Camminare con la pioggia si può

Il brutto tempo non deve fermare il trekker.

Durante i trekking autunnali o invernali, oppure quando si decide di affrontare un viaggio nelle piovosissime (e bellissime!) regioni del nord Europa, camminare con la pioggia è frequente.

La prima cosa che possiamo dire è che per quanta acqua venga giù, potete sempre trovare un modo per limitare i danni.

Il primo “assioma” è molto semplice: quando piove puoi avere i migliori scarponi e le migliori membrane impermeabili e traspiranti di questo mondo, ma in un modo o nell’altro almeno un po’ finisci per bagnarti.

Non è un’ammissione di impotenza, ma una semplice presa di consapevolezza, indispensabile per affrontare le intemperie con il giusto spirito.

Se invece sei consapevole che tutto questo è tanto inevitabile quanto innocuo, potrai camminare tranquillo sotto la pioggia ed essere felice.

Non è un’ammissione di impotenza, ma una semplice presa di consapevolezza, indispensabile per affrontare le intemperie con il giusto spirito.

Se invece sei consapevole che tutto questo è tanto inevitabile quanto innocuo, potrai camminare tranquillo sotto la pioggia ed essere felice.

Gran parte di questa felicità, però deriva dal secondo assioma, che potremmo anche esprimere così: con la giusta attrezzatura e con i giusti accorgimenti la situazione si può tenere sotto controllo.

Camminare sotto la pioggia: la giusta preparazione 

L’attrezzatura da pioggia per quanto sia di qualità non vi terrà mai perfettamente asciutti, ma almeno impedirà che vi inzuppiate dalla testa ai piedi e darà un contributo fondamentale a evitare che il vostro corpo vada incontro a uno stato di ipotermia.

Fatta questa doverosa premessa metodologica e filosofica, passiamo finalmente ai consigli operativi.

Attrezzatura da pioggia per le escursioni giornaliere

In questo caso l’attrezzatura da pioggia si può risolvere tranquillamente in giacca impermeabile e copri-zaino, più un cambio di biancheria intima e vestiario da tenere in auto per il rientro.

Tenete conto che quando arriva la pioggia le temperature possono calare anche di parecchi gradi e gli indumenti inumiditi perdono parte del loro potere isolante, quindi all’abbigliamento anti-pioggia è sempre opportuno abbinare i giusti capi tecnici, in particolare: abbigliamento intimo e strato intermedio.

In sostanza: se andate a fare una gita in Dolomiti solo con guscio impermeabile e T-Shirt in cotone, quando vi becca il classico temporale pomeridiano state freschi, giusto per usare un eufemismo!

Come intimo mettetevi sempre qualcosa di traspirante e idrofugo e nello zaino trovate sempre posto per il pile.

Per gli scarponi fate un po’ come volete, tanto, comunque sia, finisce che un po’ di acqua dal colletto superiore ci entra!

Per gli itinerari giornalieri l’ideale è utilizzare una scarpa leggera, ma trattata con una membrana impermeabile: se la pioggia è scarsa il piede rimarrà asciutto, in caso di acquazzone la tomaia leggera favorirà il drenaggio dell’acqua.

Visto che siamo solo all’inizio del nostro percorso affrontiamo da subito l’annosa questione “ombrello e mantella” che da sempre divide la comunità degli escursionisti.

Ci sono quelli che queste attrezzature non le userebbero mai, neppure sotto minaccia di tortura, e quelli se ne andrebbero con l’ombrello e mantella anche in vetta al Bianco.

Che dire? Il mantellone in Pvc è facile da mettere e togliere e in un attimo coprite voi e il vostro zaino con uno strato di plasticona da cui faticano a passare anche le radiazioni!

Se il sentiero da percorrere non è particolarmente lungo e faticoso la soluzione è pratica, economica ed efficace, ma appena si comincia a faticare e quindi a produrre un po’ di vapore acqueo, la mantella rischia di farci fare un bagno nel sudore.

Anche le caratteristiche dell’itinerario contano: finché il sentiero è facile tutto bene, ma la mantella spesso impedisce di vedere bene dove si mettono i piedi, cosa che, su un percorso più sconnesso e impegnativo, può rendere la vita molto difficile.

Nel bosco fitto, poi, il rischio che resti appesa a qualche ramo non è esattamente remoto.

Qualcosa di simile vale anche per l’ombrello: va bene per una passeggiata, anche lunga, ma se c’è bisogno di essere un po’ agili è subito fuori gioco.

Inoltre non è detto che la pioggia cada sempre dall’alto in basso: se ci si mette un po di venticello di quello giusto, ombrella e mantella più che per ripararvi dalla pioggia vanno bene per farvi prendere il volo!

Attrezzatura da pioggia per i trekking plurigiornalieri

Quando l’itinerario richiede più giorni di percorrenza l’attrezzatura e la tecnica “anti pioggia” si complicano un po’.

Il problema infatti non è solo affrontare la pioggia, ma anche gestirne le conseguenze. Quindi bisogna bagnarsi il meno possibile e trovare il modo per asciugarsi in fretta. 

È necessario quindi rafforzare il vestiario. Se si cammina in ambienti dove piove molto, è indispensabile che anche la parte inferiore del corpo sia protetta con i pantaloni impermeabili.

Utilissime anche le ghette, che limitano la penetrazione negli scarponi di fango e acqua.

In ambiente alpino, dove la pioggia (soprattutto in estate) la si può considerare uno sfortunato accidente, possiamo anche fare a meno di pantaloni impermeabili e ghette, ma sicuramente occorre mettere nello zaino un paio di pantaloni da trekking di ricambio, per sostituire quelli indossati sotto la pioggia.

A proposito di ricambi: per evitare di doversi tenere addosso i vestiti umidi è auspicabile mettere nello zaino un ricambio di indumenti intimi (T-shirt, mutande e calze) e avere a disposizione almeno due capi per lo strato intermedio (ad esempio un pile leggero e uno più pesante).

Fondamentale è anche proteggere dal bagnato il contenuto dello zaino. Per questo il copri-zaino può non essere una barriera sufficiente. Meglio quindi riporre gli indumenti di ricambio in sacchetti di plastica.

Si possono utilizzare i normali sacchetti per la pattumiera oppure gli appositi sacchi a chiusura stagna che si trovano nei negozi di articoli sportivi. 

Molto importante è anche prendersi cura dei propri piedi! Una giornata trascorsa negli scarponi umidi può indebolire la pelle, con il rischio di creare vesciche o ferite.

Appena giunti al rifugio o al posto dove abbiamo deciso di bivaccare è quindi bene togliere gli scarponi (anche per favorirne l’asciugatura) e lasciar “respirare” i piedi all’aria aperta. In questa situazione è molto utile avere con sé un paio di sandali leggeri.

Dove non conviene andare quando piove

Quando si comincia l’escursione sapendo già che il rischio di pioggia sarà alto è bene effettuare la scelta dell’itinerario pensando ai disagi o ai pericoli in cui si potrebbe incorrere.

Meglio quindi stare alla larga da sentieri che prevedono il guado di corsi d’acqua, dove si rischia di restare bloccati dalla piena del torrente.

Anche gli itinerari che si inerpicano in zone molto impervie, risalendo canaloni e passando sotto a pareti, sono da evitare, in quanto con la pioggia arriva anche il pericolo di smottamenti e scariche di sassi.

I terreni escursionistici difficili come creste, quando sono resi scivolosi dalla pioggia diventano ancora più difficili, quindi… vade retro!

Come il troppo ripido, anche il troppo piano può rivelarsi insidioso in una giornata di pioggia: prati e radure si trasformano facilmente in acquitrini dove il piede sprofonda, meglio quindi cercare sentieri nel bosco, dove gli alberi attenuano le precipitazioni e il terreno è più adatto ad assorbire l’acqua.

Quando invece siamo sorpresi da un forte maltempo, come nel caso di un temporale improvviso, la cosa migliore da fare è “mettere le gambe in spalla” e allontanarsi il più presto possibile dalle zone con le caratteristiche che abbiamo descritto, in particolare dai punti esposti come creste, cime e crinali, dove più facilmente si possono scaricare i fulmini.

grazie a www.trekking.it